Ma perché #3: Madri che odiano le figlie

Perché le madri odiano le figlie? Perché le figlie odiano le madri?
E' una cosa che mi chiedo spesso.

Dev'esserci qualcosa nel DNA delle donne, che a un certo punto scatta, così dal nulla.
Tu resti incinta, sogni con tutte le tue forze che sia femmina per vestirla come una bambolina (o come Harper Seven) e di vedere il tuo fidanzato/marito più secsi che mai mentre se la porta in giro, magari a petto nudo (perché l'uomo figo con bambino adorabile in braccio scala tutte le altre categorie nella classifica dell'uomo-strappamutande, è provato). Poi partorisci, la tua bambina è piccolissima, dopo la prima fase in cui rompe solo le palle diventa adorabile e rimane adorabile per un bel po' di anni. Va alle elementari ed è ancora carina, poi ci sono le medie, le superiori e in un certo momento PUFF, tutto cambia.
Non ci sono ancora dati ufficiali su quale sia precisamente questo momento, l'Università del Winsconsin sta svolgendo degli esperimenti sul campo e magari prima o poi Studio Aperto ce ne darà notizia.
Io penso "a me non succederà, io sarà una madre Figa con la F maiuscola" ma poi penso: non l'avranno pensato tutte, prima del fatidico momento?

Per gli uomini è diverso: il padre vedrà sua figlia come una bambina anche quando lei avrà 50 anni e la adorerà come fosse il primo giorno, il figlio verrà trattato dalla madre come fosse Gesoo frutto dell'immacolata concezione fino alla fine dei suoi giorni.

Ci ho provato, ma non riesco a trovare tra le mie conoscenze una figlia che abbia un buon rapporto con la madre. Se qualcuna fosse dotata di madre tenera e adorabile che si palesi, io non ho ancora perso la speranza.
Io dico che Lorelai Gilmore non esiste, la madre che è tua amica-compagna di avventure, ti capisce perfettamente, sa consigliarti esattamente quello che ti serve e sa tacere quando devi arrangiarti. No, le madri vere sono come quella di Monica Geller: ti fanno notare le occhiaie e i capelli se ti stanno male, ti chiedono se sei ingrassata facendoti venire i complessi, ti elencano i successi delle altre, ti danno consigli non richiesti che in realtà sono ordini e se fai di testa tua ripetono Te l'avevo detto all'infinito.

La mia, personalmente, ha una serie di cavalli di battaglia, frasi e discorsi celebri che ripete periodicamente:
  • - "Seh mamma, figurati se quello guarda me, è troppo bello"
    - "Lo sai cosa dicevano i vecchi una volta? Uno bello finisce sempre con uno brutto
    (libera traduzione dal dialetto) quindi tuo fratello si troverà una brutta, e tu uno bello"
  • "Perché non fai un po' di movimento per buttare giù la pancia?"
    2 kg in meno dopo:
    "Ma quanto hai perso? Stai sparendo!"
  • "E tu saresti grassa? Guarda che c'è molta gente peggio di te, guarda XY" 
  • "Oggi mentre andavo a lavoro ho visto YX, ha un culo gigante eppure aveva una minigonna inguinale, e tu dici che non puoi mettere certe cose perché hai le gambe grosse!"
    Un giorno le spiegherò che non è il massimo paragonarmi all'obesa del paese che pesa tre volte me o all'impiegata della banca che potrebbe andare a grassi contro magri.
  • "Ma no che non sei brutta, sei normale"Non riesco a farle capire che non è un gran complimento.
  • "Ma cambiati, sei sempre vestita come una desposent (disgraziata, ndM - nota di Michela)" 
Poi magari passano mezz'ora a spiegarti gli ultimi sviluppi di Beautiful perché tu non lo guardi più, tornano a casa da lavoro e ti dicono che hanno visto un paio di scarpe per te, scoppiano a piangere il giorno della tua laurea. Ma questa è un'altra storia.

(Oggi) Odio

Odio i siti dove la musica parte in automatico.
Odio la dieta.
Odio essere povera.
Odio svegliarmi ogni notte per fare pipì.
Odio i parrucchieri.
Odio Twitter che si incanta.
Odio Adele, Lana del Rey e le loro canzoni lamentose.
Odio chi ha sempre una soluzione per tutto.
Odio i blog con i testi scritti per tutta la larghezza della pagina, senza mai andare a capo e senza paragrafi.
Odio i codici captcha.
Odio gli sceneggiatori di Fringe che non si decidono a rinnovare la serie.
Odio il mio telefono che non suona.
Odio Madre quando si posiziona dietro di me per spiare quello che faccio al pc.
Odio la juve.
Odio i miei capelli che oggi hanno deciso di stare gonfi.
Odio la puntata di Friends con cui ho fatto colazione stamattina, quando suona With or without you degli U2, Rachel guarda la pioggia fuori dalla finestra e Ross si fa la tipa delle fotocopiatrici.
Odio i codici captcha.
Odio il mio carattere.
Odio gli incubi che faccio ogni notte da due settimane.
Odio l'incertezza.
Odio questo 2012.


Problemi gravi di sandali

Momento fescion, ma anche momento chi sono io per parlare di robe fescion, e soprattutto lasciatemi fare che voglio solo riunire in una sola pagina tutte queste foto così la smettono di intasarmi la barra dei preferiti.

Dunque, la fissa della settimana sono i sandali, ed è tutta colpa di quella stronza di Sabrina (ti amo Sabrina), che in questo post se ne va in giro tutta figa tutta in nero e con i sandali con il batuffolo di pelo sul tallone. 
Bellissimo. Voglio andare in giro così tutti i giorni, anche a fare la spesa. L'effetto di pantaloni lunghi e maniche lunghe con il piede completamente scoperto mi piace tantissimo, ovviamente con un paio di sandali del genere c'è il pericolo piedi brutti e soprattutto dita orribili che fuoriescono dalla suola della scarpa, ma grazie al cielo se c'è almeno una cosa che ho di decente sono i piedi.

Ma quanto è figa la gif? Fatta io eh.
I pantaloni li ho, non li metto mai perché mi sembrano troppo seri: mi servono le scarpe per iniziare a metterli. 
Quindi via, alla ricerca dei sandali.
Quelli che ha la stronza Sabrina sono di Aldo, nella versione aggressive con piume di non so che sul tallone, ma c'è anche la versione chiara più da sioretta. Alla modica cifra di 166,63€. Mi raccomando i 63 cent sono fondamentali.


Versioni importabili (e incomprabili causa povertà) sono quelle di Alexander Wang: stupende perché il piede si vede ancora di più, ma con quei tacchi e quella fascetta sottilissima davanti morirei.


Alle Givenchy invece dico no, sono rosa e in più c'è quel corno sul davanti che boh. Se fossero nere o beige o color crema, senza corno davanti, direi bellissime anche a queste.


Il premio versione più brutta lo vince Janet&Janet (??), scoperte solo perché le ho viste sul giornale. Non mi piace questo marrone, non mi piace la fascetta argentata, il tacco è troppo grosso e il simil legno è brutto. Ah, costano 185.00€, si occhei (AHAHHAHAHA).


Passando alle belle e abbordabili, le mie preferite sono quelle di Zara: le hanno TUTTE le blogger, TUTTE. La bionda di casa nostra siccome i trendz li vede sempre in anticipo, le cercherà fra sei mesi lamentandosi perché sono introvabili. 
Le più belle sono quelle nere, la versione arancione-rosa non è male, quelle blu invece sono troppo psichedeliche per me. 
Prezzo 39.95€, in pratica gnente, il mio problema è il tacco 11 cm sottile, che oh, voi sarete tutte fescion e andrete a far la spesa col tacco 12 come in Desperate Housewives, io invece ho paura di uccidermi. In più, da sottolineare che è un tacco Zara, garanzia di scomodità.


La versione di Mango non capisco se mi convince, nella foto sembra di cartone, però viste addosso sono belline (sempre quella stronza di Sabrina). 
I dubbi qui sono due, anzi tre: sul sito c'è scritto da una parte tacco 8 e dall'altra 10 cm, della serie fate pace col cervello e con chi scrive la roba sul sito (VENGO IO!). Poi, sono effettivamente portabili con la sola fascetta davanti e il coso sulla caviglia? Perché io le sento già urlare "ti spezzerai una gamba". Ultimo, quell'affare sulla caviglia è veramente grosso, da vedere se si riesce a nasconderlo sotto i pantaloni (non ho ancora deciso se mi convince il polsino sopra i pantaloni come l'ha messo lei, e ovviamente non posso permettermi dei sandali con una fasciona sulla caviglia con la gonna). 
Prezzo 69.99€ che non è tanto, ma per essere un ripiego in confronto a quelli di Zara è un po' meh.


Su suggerimento di @virgola, l'ultima versione è di Stradivarius. Probabilmente di cartone come quelli di Mango (100% poliuretano, WOW) sono più carini, il tacco è di 8 cm quindi più basso e il tallone è più coperto quindi viene scongiurato il rischio caviglia rotta, anche se si perde un po' l'effetto piede nudo che è la cosa più bella di tutti i sandali indossati sopra. Prezzo 49.95€, via di mezzo.


Basta, sandali finiti, adesso devo decidere.

Ma perché #2

Ma facciamola una rubrica, che tutti i blog ce l'hanno le rubriche e il mio no e mi sento inferiore. E visto che ho deciso che questo blog ha un'utilità pubblica, la mia rubrica si chiama Ma perché, e serve a spiegare i grandi misteri della vita: un po' Voyager e un po' Mistero, la versione 2.0 del Libro dei Perché che mi hanno regalato a 5 anni, dove le domande erano tipo "Perché di giorno c'è luce e di notte c'è buio? Perché le batterie si scaricano? Perché le persone che abitano in diversi stati parlano diverse lingue?"

La prima puntata della rubrica c'è già stata ed è stata inconsapevole: partendo da un mio personale bisogno, tutto l'internetz ha infatti deliberato sul motivo per cui gli uomini si depilano completamente, ecco infatti il Ma perché #1.

La seconda puntata è più seria (e plurima), eh, perché se utilità pubblica dev'essere, che lo sia ebbasta.
Volessero rispondermi il premier Mario Monti (vero che non sono l'unica a ridere ancora quanto sente dire Mari-o Monti anche se sono passati mille mesi? VERO? Ah, e rido anche quando nominano il ministro Passera), il signor Napolitano se ha finito di fare battute con Benigni, la magistratura tutta, la Cassazione o chennesò, un avvocato a caso, a seconda delle proprie competenze naturalmente. Che a me avere i dubbi non piace.

Dunque.

  1. Come faceva Valeria Marini ad essere perfettamente truccata all'Isola dei Famosi? C'era una scorta di eye-liner e ciglia finte nascoste dentro ai ricci di mare?
  2. Perché a Sawyer in Lost hanno fatto fare quell'orrido accento del sud degli Stati Uniti, quando lui avrebbe di suo uno splendido e normale accento californiano?
  3. C'è un posto, uno nel mondo, dove Radio Maria non prende? Tipo, nel deserto del Sahara, sulla cima dell'Everest, boh.
  4. La detenzione di droga ad uso personale è legale. Vendere droga è illegale. Comprare droga è illegale. Coltivare droga è illegale. Qual è il modo legale per procurarsi la droga?

Qualcuno mi aiuti, perché sono giovane e quando c'ho i dubbi mi vengono le pieghette nello spazio tra le sopracciglia, e già mi fanno capire che sono un cesso, non voglio aggiungerci pure le rughe.

NB: l'ultima domanda è totalmente disinteressata

Iniezioni di autostima

Palestra.
Esce dallo spogliatoio un metro e 85 di ragazza di colore sui 30 anni (colore pantone Beyoncé, per capirsi). Perfettamente truccata, capelli sciolti (...). Top bianco corto con sopra canotta trasparente, leggings al ginocchio a righe bianche e nere ORIZZONTALI, ma lei può, perché il suo culo è largo tipo una mia coscia.
Sull'anulare sinistro ha un coso sbrilluccicante da mezzo chilo, ma mi sa che quello l'ho notato solo io.

La palestra si infervora: il personal trainer che di solito è già tanto se ti mostra come usare un attrezzo, le illustra quattordici tipi di addominali diversi, le corregge la camminata sul tapis roulant, va a chiederle come va ogni trenta secondi.
Il resto degli uomini, in un range che va dai 20 ai 60 inizia a parlottarsi all'orecchio, ridere di nascosto, fare occhiolini, dare pacche sulle spalle al personal trainer appena passa.

Nel frattempo io sono sul tapis roulant e accanto a me c'è un tizio sui 55-60, uno di quelli simpatici che attacca bottone con tutti.
Passa la tizia, lui stava guardando verso di lei e si gira verso di me di scatto:

"Orco can, meglio che mi giri da quest'altra parte"
Michela sorride in modo forzato.
"Eh perché sai, i pensieri che vengono si sono capiti"
Michela sorride in modo forzato e pensa *muorimuorimuorimuorimuori*.
"No perché, insomma, non sta bene. Allora guardo te, perché te si na putea (= bambina) eh, non per altro"
NO MA GRAZIE EH!

Prima che qualcuno lo dica che le donne criticano le altre donne e bla bla bla: SI' SONO INVIDIOSA.

Ho letto un libro di Fabio Volo

Ho deciso di fare un esperimento socio-psicoqualcosa: voglio leggere un libro di Fabio Volo.
Ho messaggiato la cugina 16enne "Tu hai un libro di Fabio Volo vero?" e dopo mezz'ora eccolo nelle mie mani: "È una vita che ti aspetto", il suo secondo libro.
Perché? Perché criticare Volo è sport nazionale, soprattutto sul web: lo faccio anch'io, però non ho mai letto un suo libro. E criticare senza conoscere è sbagliato, non ha senso e ti mette dalla parte del torto: se qualcuno ti dice "Non l'hai mai letto, come puoi criticarlo" cosa rispondi? Niente, perché ha ragione. E allora leggo, per capire cosa c'è di tanto spettacolare e poi, in caso, criticare con coscienza di causa.

2012 a. F.V.

Quando avevo 12-13 anni amavo Fabio Volo: faceva Le Iene e i programmi su MTV. Com'era figo quando era in Spagna, arrivava in vespa e sotto il suo palazzo c'era gente che lui faceva salire. Mi ricordo la tizia figa con la telecamera, l'amico bresciano con la pancia e i capelli strani, gli ospiti che cucinavano. Soprattutto lui faceva domande e chiacchiere sceme, per una 13enne tutta Top girl e Spice era il massimo.

Poi ha iniziato a fare i film, a scrivere libri, a fare radio: è diventato un personaggio. 
Quello che si alzava alle 4 di mattina per fare il panettiere, quello che io sto bene da solo ma tutti vogliono che sia accoppiato, non riesco a stare fermo, mi è capitato tutto per caso, non è colpa mia se sono un figo, ho un carattere difficile e la gente si stufa di me, sono fatto così. Quello che "sono una persona particolare".

Non si fosse capito: parto molto prevenuta, però parto.

2012 F.V.

Dopo poche pagine, capisco di avere un problema serio che andrà avanti fino alla fine: Fabio Volo è nella mia testa. Leggo le parole una dopo l'altra ed è come se il libro me lo leggesse lui, con la sua cadenza e le sue pause. Il problema è che scrive come parla, con le stesse frasi corte e le ripetizioni, le espressioni da gggiovane, mentre leggo sento perfino gli eeeeh di quando esita.

A un certo punto parla di cacca. CACCA e non nel senso di "Sei la canticchiante e danzante merda del mondo", ma proprio di cacca, e di carta igienica finita.
Abbiamo il momento "panettiere", che a questo punto sarei curiosa di sapere se c'è in ogni libro (così com'è in ogni sua intervista).
I momenti più belli sono quelli in cui leggo una frase e mi ritrovo a pensare a quante volte sarà stata condivisa su facebook. La poesia, i brividi:
Le donne sono belle da respirare.
Abbiamo poi, quando il protagonista scopre che non sta per morire, il momento Dead Poets Society, con l'amico e dottore Giovanni nei panni di un novello professor Keating:
Ma che paura di morire? Il tuo problema è proprio l’opposto. Checco, il tuo problema non è aver paura di morire, ma aver paura di vivere. È il contrario. Hai quella maledettissima malattia molto diffusa del “NON VIVERE”. Sei malato di non vita. Ti ricordi quando mi hai chiesto se avevo le pastiglie per la felicità? La pastiglia è la vita. Vivi, buttati, apriti, ascoltati. Le tue paure, le tue ansie sono dovute al fatto che tu esisti ma non vivi. Sei castrato nei sentimenti. Sei bloccato. Ti ricordi quella frase di Oscar Wilde? Diceva che vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più. Quindi non ti preoccupare. Se lo diceva già ai suoi tempi...
Allora Fabio, capiamoci: questo dovrebbe essere il primo momento topico del tuo libro, il momento in cui il protagonista capisce cosa c'è di sbagliato nella sua vita,  e tu concludi con "lo dice una frase di Oscar Wilde, quindi se lo dice lui...". Ma veramente? Prova a ripassare il film, dai:
Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. [...] I loro occhi sono pieni di speranza: proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi! Ascoltate! Sentite? "Carpe", "Carpe diem", "Cogliete l'attimo, ragazzi", "Rendete straordinaria la vostra vita"!
Infine, mi sembra giusto citare il momento Fight Club, nel pieno della rivelazione:
L’idea errata che avevo di me, invece, mi spingeva automaticamente a rispondere a desideri e a necessità che in realtà non erano miei. E quindi dentro sentivo le lamentele di un affamato. Ero arrivato al punto di esprimere chi ero con ciò che consumavo e compravo. Le mie scarpe, la mia macchina, le mie vacanze, i locali che frequentavo, il telefonino che sceglievo, l’arredamento di casa. Tutto diventava me. Tutto mi determinava. Tutto mi qualificava. Quelle cose dicevano chi ero. Inseguivo quello che credevo di volere e non quello di cui avevo veramente bisogno. Così, mi sono trovato ad avere quasi tutto tranne ciò che mi serviva per stare bene.
Fabio, ritenta, sarai più fortunato. Prova così:
Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo! [...] La pubblicità ci mette nell'invidiabile posizione di desiderare auto e vestiti, ma soprattutto possiamo ammazzarci in lavori che odiamo per poterci comprare idiozie che non ci servono affatto. [...] Le cose che possiedi alla fine ti possiedono.
2012 d. F.V.

A libro finito c'è una cosa che non capisco: non succede niente. A parte una visita all'inizio, l'incontro con la ragazza alla fine e qualche ricordo raccontato, non succede niente per 179 pagine. 
Una sequenza infinita di seghe mentali, una dopo l'altra che ti viene da andarlo a cercare questo Checco per dargli due schiaffi, oppure da buttare il libro dalla finestra. E se lo dico io, che sono la regina delle seghe mentali, beh ce ne vuole. Poi improvvisamente: la rivelazione. Quale? Boh. Una pagina prima è infelice, si sente solo, non conosce sé stesso, i suoi genitori e i suoi amici e una pagina dopo si scopre, è libero, sereno e gli piacciono il gelato al pistacchio e la bresaola.
Il senso del libro dovrebbe essere questo, presumo, il percorso di un ragazzo che crede di avere tutto e si rende conto di non essere felice. Poi inizia a "conoscersi", a "parlare con il bambino che è dentro di lui", e tutto cambia: ma come, Fabio? Non è che tu puoi andare avanti a seghe mentali sui girini e le rane fino a pagina 104, e poi a pagina 105 tutto cambia, mi ci devi portare al cambiamento, me lo devi far capire. Puoi anche mettermi questo idiota davanti allo specchio a parlarsi e sentirsi idiota, ma non è così che succede. Come succede? Mah.

Quindi non lo so, non so cosa dire, è la prima volta che leggendo un libro mi ritrovo a pensare ogni tre righe "Ma che cazzo sta dicendo".

Epic quotes
Siamo entrati in un negozio di scarpe e lui ha salutato una ragazza bellissima, mora, capelli lisci fino al sedere. Nel senso che non è che dopo il sedere erano ricci, intendo dire che arrivavano fino al sedere. Punto.
Il cane si è sdraiato, così ho potuto vedere di che razza fosse. Sembrava uno di quelli che tirano le slitte, ma era un po’ strano. Probabilmente un incrocio. Riuscito anche un po’ male. Infatti più che un husky era un’huskifezza.
E così ero arrivato al punto di iniziare le giornate con la speranza che arrivasse presto il venerdì. Perché non c’era niente di peggio di una vita senza una vita. La vita la incontravo solamente nei finesettimana. I lunedì, infatti, li odiavo perché erano lontani dalla fine. Che schifo!

Piccole fissazioni quotidiane

E si è capito insomma, che non è un bel periodo questo.
Tra cuore incerottato che pare una mummia, notizie brutte di quelle che non vanno dette nei blog scemi, sconforto da "non combinerò mai niente nella mia vita" che non fa dormire la notte, fa passare in ansia le giornate, venire il mal di stomaco e scoppiare a piangere mentre lavi i piatti o fai step in palestra.
Ieri sera Madre è entrata in camera mia, di proposito, con me dentro, a portarmi un cioccolatino così ti tiri un po' su, che è una cosa che ha del pazzesco, del fenomenale, del paranormale.

Però ci sono delle piccole cose che aiutano, cose che ti concentri, pensi forteforteforte e un pochino il peso sullo stomaco passa.
  • I palloncini. Che dice, i palloncini? E' pazza. Può essere, ma anche no. Perché quando non va, io apro la mia cartellina "Flying away", e guardo i palloncini. Immagino di essere quell'omino qui sotto, appeso ai palloncini colorati, oppure di entrare in una stanza piena di e buttarmici, e per un attimo respiro di nuovo.
  • Il tatuaggio. Pensare di trovare il coraggio di farlo, presto o tardi. Proprio qui sull'esterno del braccio, due o tre parole al massimo in un carattere semplice e infantile. Magari un giorno, quando non rischierò di venire cacciata di casa dai miei.
  • Il soft-porno su Tumblr. Dove sta il bello nel guardare culi sodi stretti dentro culotte con i fiocchetti, pance piatte e la sempre in voga accoppiata slip+parigine, ancora non l'ho capito, però ho la fissa. Forse il mio lato lesbo si esprime solo su Tumblr.
  • Lost. In consapevole ritardo rispetto a TUTTO IL RESTO DEL MONDO ho iniziato Lost e mi sono già innamorata: 1. dell'accento di Charlie 2. di Sawyer, ché Jack è buono e noiooooso e chi lo vuole (notare la fossetta prego).
  • La palestra. Mi sono presa della fissata perché da un paio di mesi ci vado tutti i giorni, e mi viene un po' da ridere perché il mio culo e le mie maniglie dell'amore non sembrano essere d'accordo con questa definizione. Madre è passata da "Hai la pancia, forse è il caso che smetti di mangiare" a "Quanto hai perso? Stai sparendo".
    Ho ingaggiato una personalissima guerra con il mio interno coscia, dato che il davanticoscia e il retrocoscia si sono abbastanza rassodati (non ridotti - MAGARI - solo rassodati) e aspettano che io abbia la voglia di comprare una di quelle cremine magiche che fanno anche la pelle decente, mentre l'interno coscia rimane floscetto, sporgente, che mi vien voglia di prendere un coltello e tagliare delle fettine da impanare per la cena (NO Michela, NON SI IMPANA! Devi fare le scaloppe, non impanare!).
    Obiettivo (soft porno 2):
  • Coso. Chiamato anche "l'adorabile" per evidenti motivi. Uno stupido che ha deciso che gli piaccio, ora che ho il cuore incerottato, che sto sperimentando per la prima volta come si possano avere delle crisi d'astinenza da una persona, che immagino la mia vita da zitella senza mai più un uomo intorno.
    Coso l'ho conosciuto da qualche settimana e mi è stato più vicino di tutti, forse è l'unico che mi è stato vicino di quelli che conosco. Coso ha gli occhi scuri, i capelli rasati, il pearcing sulla lingua e un tatuaggio sul costato. Coso mi ha ordinato di chiamarlo quando sono in crisi e mi abbraccia un sacco, mi manda i messaggi dolci e quelli strappamutande.
    Il tempismo non è dei migliori, Coso 6-7 mesi fa sarebbe stato un ottimo fidanzato, per ora la mia è carenza d'affetto, e Coso non mi fa pensare.
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