Un po' di film tristini

È successo che non sapevo cosa fare e mi sono trovata a vagare per la cartella download, dove giacciono film, libri, telefilm abbandonati che chissà quando riprenderò. Vedo questo titolo e boh, da dove l'ho preso? Buh, totalmente rimosso, ma non so che fare e premo play. Now is good.
Signori, ho iniziato a piangere tipo al terzo minuto e finito dopo un'ora e mezza di film, con tanto di momento singhiozzo potente. Now is good è un film piccolino che non è uscito in Italia, con la gente vestita hipster, un accento adorabile e un'atmosfera altamente instagrammabile.
E io, che con le cose che mi piacciono o un rapporto tutto particolare e leggermente ossessivo, l'ho riguardato già il giorno dopo. L'ho anche consigliato tipo a tutta la gente che conosco, tra cui un'amica che mi ha risposto "guarda che te l'avevo consigliato io" e mi ha fatto capire da dove veniva. Vedi che vi ascolto.


***

Il secondo film è Like crazy, un'altra cosina indie girata con attori sconosciuti e il budget che nell'ultimo X-men probabilmente era riservato ai tramezzini pomeridiani che son serviti a Wolverine per mantenere alto il livello delle calorie giornaliere assunte e non perdere massa. Ehi, però c'è J.Law, che noi sfigate ci illudiamo sia la nostra beniamina.
Si tratta ovviamente di una storia d'amore, dato che sono in un periodo altamente depressivo, ma una storia carina, un film carino, inquadrature carine, e io che non capisco niente di cinema mi sono ritrovata spesso a pensare a come basti davvero poco per fare una cosa così bella. Mi ha fatto venire voglia di mettere le gonne a larghine a vita alta con le magliette strette e farmi i capelli accazzo, mi ha ricordato a tratti 500 days of Summer, e già ho detto tutto. 
E poi il finale, cioè, che finale.


Dell'andare a vivere da soli, di nuovo

Sempre a controllare il conto in banca e attendere il superamento della fatidica soglia, sempre su immobiliare.it a cercare e innamorarmi di bilocali soltanto da una foto, sempre sul sito di Maison du monde a riempire il carrello.
Passo da momenti di sì ce la posso fare, i soldi mi bastano sicuramente, non morirò di fame e male che vada con il buono pasto del lavoro mi prendo da mangiare anche per la cena così risparmio su quello a momenti di totale sconforto in cui faccio i conti che mi corrodono fino all'ultimo centesimo e incubi in cui mi si rompe la macchina e devo pagare il dentista e mi siedo sopra agli occhiali e rompo le lenti e mi tocca andare da papà a chiedere soldi o peggio ancora tornare a casa.

La cosa che più mi da fastidio è questo bisogno che ho di avere sempre l'approvazione dei miei. Che lo vedo mio padre che quando tiro fuori l'argomento non fa una parola, mentre mia madre butta là dei tranquilli "se vai a vivere da sola poi non ce la fai e mi tocca venire a pulirti casa", che mi fanno innervosire e piangere e fare lo sciopero della parola per due settimane.
Allora mi dico che mi devo arrangiare, che basta che ci creda io e lo posso fare e mi tiro un po' su il morale, e poi però le faccio vedere un appartamento carino che mi piace ed è anche vicino a lavoro e lei ripete che prendo troppo poco e che i soldi mi basterebbero appena e dovrei rinunciare a tutto e torno nella depressione del vivrò da sola solo quando erediterò la casa dei miei genitori.

Mi arrabbio, mi costringo a non ascoltarla eppure eccomi là, appena lei dice "se proprio vuoi provare prova, ti fai un contratto di sei mesi o un anno e vedi se ce la fai" mi tranquillizzo e ci credo di nuovo.

Stupida.
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