Cover per Samsung: non pervenute

Lo so che siamo persone inferiori.
Lo so che non meritiamo di lamentarci e soprattutto non in pubblico.
Lo so che dovremo nascondere la testa sotto la sabbia e passare il tempo a cercare di rimediare ai nostri errori.
Lo so che se siamo recidivi ci meritiamo la galera.

Eppure esistiamo anche noi. Noi, possessori di Samsung. Siamo pochi, sfigati, guardati male, piccoli e neri come Calimero, però anche noi vorremo dei vestitini per i nostri telefoni. Qualcosa che non sia quella specie di agendina rigida in pelle col coperchio che fa tanto direttore di banca in riunione.
Perché non posso avere una cover di gomma deficiente? Una cosa talmente pacchiana che mi faccia vergognare quando sono in giro e smettere di avere il telefono sempre in mano? Perché Moschino fai le cover a forma di orsetto solo per gli iPhone?

Ho esplorato Amazon e Etsy, ho gugolato ogni possibile combinazione di "kitch - samsung - plastic - case - soft". Su Google "kitch" me lo da come errore di "kitchen", su Amazon non esiste e l'unica cosa che ho trovato che assomiglia a quello che cerco è una cover a forma di pinguino per S3, su Etsy anche se scrivi Samsung escono cover per iPhone.

Niente.

Però ho trovato due belle cover su Etsy: disegno minimal e colori neutri, però in legno. Roba che quando lancio il telefono sul letto questo rimbalza e si spaccano sia il telefono che la cover.



S - La nave di Teseo

In effetti non avevamo dubbi che JJ Abrams fosse un genio.
Bastano 4 lettere: LOST. Se siete tra quel 0.99% di persone che non l’hanno ancora visto guardatelo, se siete tra lo 0.01% di quelli a cui non piaciuto 1. L’uscita è da quella parte, 2. Fatevi curare.
Dicevamo JJ Abrams.
Leggo che ha scritto un libro, una cosa strana e diversa dal solito dicono, beh ovvio, non possiamo mica aspettarci una cosa normale da lui. Vedo foto di un libro che sembra antico, leggo che c’è un mistero, che ci sono delle note a margine. Dico beh, fico.
Poi vedo il prezzo, e costa. Ma come mai costa così tanto, è solo un libro, non lo so, vendiamo. Dico beh, magari più avanti. E me lo dimentico.
Qualche tempo dopo lo compra la mia amica Fede. La mia amica Fede mi dice “Mic compralo, è fichissimo”, e io ho appena compiuto gli anni e ho i famosi tristissimi soldi de “tieni e il regalo te lo scegli da sola” e allora senza sensi di colpa lo compro e santo cielo, È FICHISSIMO.
Io non voglio dire niente di più, perché dire qualcosa in più - qualsiasi cosa, toglierebbe una puntina di stupore al momento in cui lo compri, arrivi a casa, lo apri.


Vabbè, mi sa che un post per parlarne in modo decente lo faccio.

Per adesso voglio solo dire: JJ Abrams è un genio.

L'ennesimo post su come mi voglio vestire

Apro l'armadio e sbuffo. Giuro, sbuffo. E giuro anche che non sono una di quelle che compra compra compra e ha milioni di cose e dice che non ha niente da mettersi.
Tipo, quante paia di jeans è normale avere? Quante camicie? Ecco, di quelle ne ho diverse. Giacche? Cappotti? Scarpe?
Nei negozi invece è tutto brutto: frange da ultimo dei Mohicani, fiori troppo fiorati, stampe troppo stampate.

Il risultato è che voglio vestirmi come volevo vestirmi l'anno scorso, che è come volevo vestirmi l'anno prima, ecc ecc eppure non ci riesco. Anni che mi lamento che non mi vesto come voglio. Ma come voglio vestirmi? Ma che ne so, su Pinterest è tutto figo e io non riesco a mettere insieme due cose che mi piacciono e piacermi. Che sia il piacersi il problema? Eh, lasciamo stare, facciamo che che facciamo un punto della situazione.

Camicia+pantaloni.
Camicia da uomo: ampia, grande, larga e non mi vengono altri sinonimi. Sono sempre alla ricerca di quella azzurra perfetta. Io ho le spalle piccoline, le taglie da uomo anche più piccole sono grandi, troppo grandi. Come fo?
Camicia in seta o simil seta, è l'ora, è arrivata la temperatura giusta per sfoggiare le mie amate, l'esercito delle camicette. È l'unica cosa che comprerei sempre nei negozi.
Camicia in jeans o maglietta basic da portare con i pantaloni eleganti con la piega. Quest'anno ho visto anche un sacco di felpe in giro, ma come si portano le felpe senza sembrare una 12enne appena uscita da scuola?
Pantaloni: pantaloni neri con la piega, skinny neri o jeans, lavaggio scuro o più chiaro un po' strappato. Qui il dilemma è: io sono dotata di culo e vorrei dei jeans non elasticizzati, perché gli elasticizzati mi sembra facciano effetto insaccato, non li trovo e finisco per comprarli regular e dopo 2 lavatrici mi trovo con i pantaloni inesorabilmente larghi. Devo rassegnarmi all'elasticizzato? Devo dimagrire? (Sì)


Giacca/Blazer.
Intanto abbiamo capito che ci dobbiamo tirare su le maniche (comodo eh, comodissimo). Colori sempre quelli: nero, grigio, blu, beige. Forma classica, ma anche morbida e asimmetrica, ma anche oversize (ne avevo visto uno molto bello da H&M ma non l'ho preso perché tanto lo so che dopo 2 volte che lo porti è orrendo e ho deciso che basta H&M e simili).


Borse.
Capitolo 1, grande.
Mi sa che mi piace il secchiello, porca vacca. Lui: quello di Mansur Gavriel, costa troppo. Ce n'è uno di Furla che è in pelle e ha un prezzo accettabile. Non mi sono ancora decisa perché il secchiello è una borsa che ho sempre odiato, è ovvio che adesso mi piace perché lo vedo ovunque e mi faccio influenzare, quindi ho paura che tra un paio di mesi lo odierò di nuovo e allora forse sarebbe meglio cercarne uno che costi poco per togliersi lo sfizio. No, quello di H&M è carino ma a toccarlo sembra fatto con due fogli di carta A4 messi insieme con la pinzatrice.
Poi ne vorrei una grande, classica, nera. Potendo mi butterei sulla classica Prada o sulla Miss Sicily. Non potendo cerco alternative (spoiler: non le trovo).
Capitolo 2, piccola.
D'estate, solo d'estate, mi piacciono le mini-bag ma non proprio mini mini, diciamo quelle in cui l'essenziale riesci comunque a mettercelo. Mango quest'anno ci ha fatto il piacere di copiarle tutte: Celine Trio, Proenza Schouler 11 e Proenza Schouler Book bag e una circa Celine classic box e il problema è il solito, cioè sembreranno oppure di no di cartone? [Ho già bocciato la Celine Trio]


Scarpe.
Il grande dubbione. Posto che io dico no agli stivali e stivaletti d'estate, se c'è gente che vuole farsi crescere vegetazioni e animalini tra le dita dei piedi prego fate pure ma io continuerò a guardarvi male perché no, se fa caldo potete lavarvi quanto volete ma fa comunque schifo, anche perché poi siete le stesse che si mettono i sandali e il giubbino in pelle appena spunta il primo sole in febbraio anche se ci sono 5 gradi, quindi siete sceme e basta.
Dunque le scarpe. Le alternative sono ballerine e stringate, è un po' una noia ma non mi piace altro. I mocassini no, slippers nemmeno, le scarpe da running le metto per andare a correre, ho un paio di New Balance ma le uso tipo nei giorni di pioggia. La variazione potrebbero essere le ballerine a punta o con i laccetti, ma non so se sono comode/avrei il coraggio o sembrerei probabilmente un insaccato.
Ah sì, dopo anni e anni a odiarle fortemente sono andata in fissa con le slip on, e in particolare con le slip on portate in un certo modo che è poi come ho scritto sopra fin qua: blazer, camicia, jeans. E quindi ho comprato le slip on.
Non so, altre idee non ne ho.

11 utilissimi consigli per iniziare a correre

Come ormai saprete ormai da qualche tempo ho iniziato a correre, ne ho parlato in tutti i social e un sacco di persone tra i tantissimi che mi seguono hanno iniziato a chiedermi consigli, a scrivermi via mail e su facebook e su twitter per chiedermi di aiutarli. Ho perfino trovato dei murales sotto casa e vi prego amici, vi voglio bene, ma il vicino di sotto già scrive una volta al giorno nel gruppo whatsapp del condominio per lamentarsi, se dice qualcosa lo mando da voi.
Allora ho detto beh, ho un blog, ci faccio un post!

Collage di foto rigorosamente trovate su Pinterest

11 utilissimi consigli per iniziare a correre [perché Letterman ne fa 10 (cit.)]:
  1. Comprare un paio di scarpe, no le Superga non valgono, no le All stars neanche, no le Adidas Stan Smith nemmeno e tra l'altro erano brutte 15 anni fa e sono brutte adesso quindi dovreste proprio smettere. Decidete se volete essere team Adidas o team Nike e mi raccomando, una volta che avete deciso denigrate l'altro brand dicendo che sono brutte, che non sostengono bene il piede e non ammortizzano abbastanza. Oppure potete anche scegliere altre marche ma a vostro rischio e pericolo perché vi guarderanno storto.
  2. Le scarpe per correre si comprano nei negozi dove vendono scarpe sportive.
  3. Dovete comprate un reggiseno sportivo. Il reggiseno sportivo è indispensabile per reggere il seno, infatti per questo si chiama reggiseno. Ma soprattutto serve per farsi le foto allo specchio ed è ottimo se non siete di quelle zoccole che mostrano le tette sempre con didascalia "noia/occhiaie/ironia a caso" ma comunque volete mostrarvi e ricevere complimenti, perché alla fine mostra poco. Le foto vanno fatte prima di andare a correre (non dopo, che se avete corso vi si spettinano i capelli e siete sudate e fate un po' schifo)(se invece correte per finta solo per dire in giro che correte perché correre fa figo ve le potete fare anche dopo, tanto sarete perfette).
  4. Bisogna indossare indumenti comodi: collant, jeans skinny di quelli che li infili e poi saltisaltisaltisaltisalti finché riesci a far entrare le cosce, maglioni a collo alto in cashmere, la sottoveste quella comprata per fare la foto in controluce da mettere su pinterest, camicie in seta, gonnellone plissé, statement necklace, la giarrettiera può dare un po' fastidio così come il bustino coi laccetti e gli slip di pizzo, però se sapete che lungo il percorso incontrate qualche figo che vi interessa io un pensierino ce lo farei comunque.
  5. Vestirsi a seconda della stagione: in estate leggeri perché fa caldo, in inverno più coperti che fa freddo. Usate vestiti traspiranti perché suderete, quindi non arrotolatevi con il domopak.
  6. Trovate un percorso dove si possa correre tranquillamente: un parco, una pista ciclabile, anche una strada larga dove non rischiate che le macchine vi prendano sotto. Non andate a correre di sera col buio nei posti dove ci sono i drogati, oppure sì se siete interessati a fare shopping mentre riprendete fiato.
  7. Non dovete partire e correre subito velocissimi ma andare piano e un po' alla volta.
  8. Non correte all'indietro. Lo so che a volte si vedono tipo i calciatori che lo fanno durante l'allenamento ma state attenti che è pericoloso e vi capottate.
  9. Vi sarà utilissimo un cardiofrequenzimetro ma mi raccomando: non quello di Decathlon da 19.99 €, spendete almeno un 100-150 € per comprare una cosa seria di quelle che misurano il polso la pressione e anche il colesterolo e la glicemia, se poi non lo sapete usare e non avete idea di quale sia il battito che dovete mantenere durante la corsa chissene, farete un figurone davanti agli altri runner, sembrerete proprio dei professionisti.
  10. La musica è ottima per distrarvi e non pensare continuamente alla fatica, serve anche a dare la carica quindi scegliete qualcosa vi piace e che abbia ritmo e vi gasi un casino, quindi magavi evitiamo il genere Wagner e Rossini e magari anche Damien Rice e Jeff Buckley.
  11. Definitevi "runner" con chiunque, con gli amici, i genitori, la vicina di casa vecchia che vi chiede di aiutarla a portare la spesa "no signora non posso aiutarla a portare la spesa, sono un runner e non posso interrompere il ritmo".
Allora, tutti pronti a partire?
Se avete altre domande sono a disposizione!

La brutta vita di noi insicuri

Siamo un sacco rompiballe noi insicuri.
Il bisogno di continue rassicurazioni che finisce per mandare a male le persone che provano a volerci bene, che alla fine si stancano e ci lasciano al nostro destino a convincerci ancora di più che non valiamo la pena.
Per noi la necessità di avere l’approvazione altrui è una necessità che ci permette di poterci approvare da noi. Siamo privi di quel gene del DNA che fa pensare di essere abbastanza carini, intelligenti, simpatici, brillanti: noi crediamo di essere abbastanza carini, intelligenti, simpatici, brillanti solo nel momento in cui ce lo dice qualcun altro e solo dopo una serie di “Ma sei sicuro? Ma non è vero, no secondo me no. Ma sicuro sicuro?” che la risposta “No, allora hai ragione tu, non sei abbastanza” un po’ ce la meritiamo. A un certo punto però succede, ci crediamo, però al massimo per 10 minuti, e poi torniamo a rompere le palle.

Dolci con nomi fighi: Crostata con lemon curd e coulis di frutti di bosco

È domenica e la domenica dovrei raccogliere cosine che fanno ridere, però sono tristolina e allora niente cose che fanno ridere ma ehi, ho fatto un dolce!
Ero secoli che non facevo un dolce, a casa mia se li faccio mi tocca mangiarmeli tutti da sola e non mi sembra il caso, e poi sarei sempre più o meno in dieta [nei TANTI periodi di depre rimedio comunque comprando cose obese pronte da mangiare, don't worry].
Ma oggi sono dai miei e ho potuto finalmente sfogare la frustrazione con un dolce da due ore di preparazione e ventordici teglie sporcate, l'ammmmore.

Doveva essere una Crostata con crema pasticcera e lamponi freschi, ma dato che la malsana idea di mi è venuta di domenica mattina alle 7 è diventata una Crostata con lemon curd e coulis di frutti di bosco. Vabbè mica male, il nome fa un sacco più figo.
Ah, è senza lattosio.

1. Pasta frolla
300 g farina - 100 g zucchero - 80 g margarina - 2 uova - sale - scorza di limone
Impastare tutto insieme con la margarina fredda, fare velocemente un panetto e lasciarlo riposare in congelatore per almeno mezz'ora. Poi stendere l'impasto in una teglia creando un bordino alto intorno (se avete quella teglia apposita per fare le crostate che tutto intorno ha il buco per fare il bordino perfetto bravoni, io l'ho chiesta in prestito).
Cuocere per 20 minuti a 180°, intanto preparate la lemon curd.

2. Lemon curd
2 limoni - 3 uova - 200 g zucchero - 100 g margarina - 30 g maizena
A questo punto servono le 14 pentole: nella prima grattugiare la scorza dei limoni, spremere il succo, aggiungere la maizena e mescolare bene. Nella seconda mettere le uova e sbatterle leggermente. Nella terza mettete la margarina e fatela sciogliere a bagnomaria, poi aggiungete lo zucchero. Aggiungete poi il succo di limone e le uova e fate cuocere la crema fino a che non si addensa.

Quando il guscio di frolla è pronto aggiungere la lemon curd e cuocere per altri 5 minuti (se siete quei bravoni che hanno la teglia apposita il guscio lo dovete tirare fuori e girare eh, non fate gli scemi).

Lasciar raffreddare la torta.
Ora, se l'impellenza di fare un dolce non vi è venuta alle 7 di domenica mattina potete tranquillamente comprare dei lamponi e appoggiarli sopra la lemon curd in modo ordinato e spolverare tutto con zucchero a velo.
In caso contrario: punto 3.

3. Coulis di frutti di bosco.
300 g di frutti di bosco congelati
Ci andrebbero gelatina e zucchero a velo (ancora), ma ho deciso che volevo fare una cosa più naturale e lo zucchero era già abbastanza quindi ho semplicemente scaldato i frutti di bosco a fuoco basso, finché si sono scongelati e hanno fatto la cremina, poi li ho distribuiti bene sopra la lemon curd.

Ready.
Instagram.
Go.

Una cosa un po' triste

È una settimana che c’è il sole e sono destabilizzata.
Io amo la primavera: smetto di avere sempre freddo, i vestiti sono più belli e posso tirare fuori l’esercito delle camicette, gli ormoni volano e mi ritrovo a sbavare indistintamente su fighetti in camicia e giacca con fazzolettino nel taschino e su tecnici che sostituiscono estintori con le scarpe anti-infortunistiche, sbavo anche per interposta persona sugli inciuci delle mie amiche, posso mettere gli occhiali da sole senza sentirmi scema, faccio le passeggiate e mi compro il gelato e me lo mangio da sola seduta sugli scalini, mi metto al sole in modalità lucertola, anche se nei mesi con la R non si sta al sole perché fa venire il raffreddore, lo diceva la nonna.
In primavera ho sempre questa sensazione di inizio che ho un po’ anche all’inizio dell’anno, quella sensazione che molte persone hanno invece a settembre. Questo pensiero che le cose cambieranno, una grande voglia di essere felice - di farcela ad essere felice, che si trasforma in una grande tristezza quando alla fine mi rendo conto che no, non ce la faccio.

Non lo so se ha senso, se si può essere tristi per la voglia di essere felici.

Sui blog

Quello che penso dei blog, è che non mi piacciono i post che parlano di blog, come questo.
Non mi piacciono i post in cui il blogger si rivolge ai lettori, mi piace pensare che il blog sia una cosa che si fa per sé stessi e non per gli altri. Mi piacciono i post scritti come se fossero per nessuno, come se nessuno li dovesse mai leggere.
Non mi piacciono i blog che devono per forza insegnare, che devono essere utili.

Non mi piacciono i blog nati e scritti per cercare di "diventare famosi": le recensioni wannabe professionali che gridano ai brand "guardami guardami e mandami le cose gratis", pagine Collaborazioni scritte come se le aziende non aspettassero altro che mandare roba "ma ehi io non pubblico tutto, pubblico solo quello che mi piace", che ti fa pensare che questi ricevano chissà quanta roba di pessima qualità e invece poi te li ritrovi a ringraziare per aver ricevuto un deodorante, ma quello che non dicono è che sono stati loro a chiederlo.

Non mi piacciono i lettori trattati come fan adoranti.
Non mi piace quando il blogger chiede "di cosa volete che vi parli?". Perché dovrei volere che tu mi parli di qualcosa in particolare? Chi sei? Il messia? Inoltre, se ti leggo è perché mi piace cosa scrivi e come lo scrivi, se devo essere io a dirti cosa scrivere cade il senso di tutto o sbaglio?

Non mi piace quando il blog cambia le persone.

Li volete i miei libri brutti?

La penultima novità in tema di libri è che ho comprato la libreria, ho portato alcuni libri da casa dei miei, i preferiti, ma non li porterò tutti perché vorrei riempirla di libri nuovi.

L'ultima novità è che mi sono iscritta a Bookmooch, quel sito in cui fai un inventario dei libri che vuoi dare via, la gente te li chiede e tu glieli invii. In questo modo accumuli punti che puoi "spendere" per ricevere libri a tua volta.
Ho inserito i libri che proprio non mi interessano e quelli che mi fanno un po' vergognare: l'Allende che leggevo a 14 anni, un paio di Baricco che non ho idea del perché li avessi comprati, tutta la bibliografia di Faletti per il quale mi sono anche sentita un po' in colpa, porino, è appena morto.
Il sistema è abbastanza semplice, anche se il sito è fatto veramente male: vecchio vecchio e vecchio, brutto, non c'è un'app e la versione mobile non ha tutte le funzioni del web, non c'è una cronologia dei messaggi che ti scambi con una persona, o almeno, io non l'ho ancora trovata.

È stato un ingresso traumatico perché sono stata subito bullizzata da un utente che si è incazzato perché dopo due giorni non gli avevo risposto e mi ha dato dei feedback negativi. Dovevo ancora capire come funzionava il tutto e poi SCUSA SE HO UNA VITA SAI. 
Che poi i suoi messaggi li avevo visti, ma ero ancora un po' indecisa sul voler dare via i miei libri. Sì, anche Baricco.

La gente scema non manca: è servito uno scambio di 14 messaggi perché una persona accettasse di ricevere il mio Novecento: "ma in che condizioni è? mi potresti mandare delle foto? ma come mai hai accumulato feedback negativi? ah ok, ti credo, spedisci pure" OOOOH AMICA "TI CREDO"? Tutte queste storie per ricevere gratuitamente un librino di tipo 80 pagine con prezzo di copertina di 5,00 €, fra un po' spendo di più io tra busta e francobollo che tu a comprartelo, STAI TRANQUI.
Un'altra tizia mi ha richiesto Pride and Prejudice, con tanto di editore, copertina e lingua indicata per poi scrivermi, quando ormai avevo inviato il libro "ma è in italiano o in inglese?".

Lo scambio è molto veloce, il primo giorno me ne sono andata in posta con 5 pacchetti. Baricco è richiestissimo (...).
Ho compilato una wishlist lunghissima.
Ho richiesto alcuni libri ma non ho ancora ottenuto risposta. Adesso faccio la stronza e gli do pure io i feed-back negativi.

Se qualcuno è iscritto aggiungetemi, io sono micamichela.

E fattela 'na risata #3 [cute animali edition]

Questa sono io la mattina, quando mi tolgo il pigiama in pile con cui ho dormito tutta la notte.


Chissà cos'hanno le banane per sembrare così pericolose agli amici gatti.


Forse stanno iniziando a piacermi i gatti, sarà la vecchiaia incalzante e questo stato di single perenne che mi costringe ad iniziare ad abituarmi a un futuro da zitella gattara. Comunque, il gatto volante fa ridere abbastanza, ma fa ridere anche la faccia di lei.

McDonald's e la campagna Big 6

Ebbene, io sono di quelli che quando sfoglia un giornale passa più tempo a guardare la pubblicità che a leggere gli articoli. Nelle pause dei film non cambio canale e rabbrividisco di fronte alla mamma Mellin che è la persona più odiosa della tv e sarebbe invece la perfetta protagonista di uno spot di anticoncezionali. Amo Mad men più che per Don Draper (Don ti odio) per vedere il processo creativo.

Quando ho visto per la prima volta la nuova campagna McDonald’s ero gasata in un modo che manco l’avessi ideata io.

L’avete vista? Vedetela.


Cioè ci rendiamo conto?

Non ci sono gli ingredienti.
Non c'è slogan.
Non c’è il nome del prodotto. Perché? Perché non serve. Questi minchioni sono talmente famosi e grandi e riconoscibili che possono permettersi di fare quello che vogliono.
Il logo c'è, ma è talmente piccolo e chiaro che quasi non si vede anzi, sembra la R di marchio registrato o il TM di trade mark. 

Una grafica che potrei probabilmente fare anch’io con le mie poche conoscenze su Illustrator, eppure li sento tutti i creativi del mondo digrignare i denti per l’invidia.

Il superpotere di dormire da soli


Una delle paure più grandi che avevo prima di andare a vivere da sola era che non sarei stata in grado di dormire da sola.

Ho sempre avuto le mie piccole ossessioni: da piccola sognavo molto e finivo per passare la metà delle notti sul letto dei miei, una volta cresciuta ho iniziato ad avere bisogno del silenzio assoluto per sentire anche il minimo rumore. Anni a svegliarmi a causa dei rumori di assestamento degli armadi, ma anche i vostri armadi si assestano e sempre di notte o è una palla che mi hanno raccontato i miei per farmi stare buona? Fino a qualche anno fa non potevo essere l’ultima ad andare a dormire, tanto da interrompere qualsiasi cosa stessi facendo se gli altri andavano a letto: non dovevo essere l’ultima a spegnere la luce, anche solo per pochi secondi.

Nella casa nuova non ho mai avuto paura: sarà che so che c’è gente che abita sotto e vicino a me, sarà che entra sempre luce e non è mai buio completo, sarà l’orso Orso sul comodino pronto a gestire qualsiasi situazione di emergenza, ma in 6 mesi non c’è stato chissà che bisogno.

Ok no, ci sono state tre volte in cui me la sono fatta sotto:
  1. L’invasione della falena gigante: avevo traslocato da poche settimane, faceva caldo quindi dormivo con i lucernari leggermente aperti. Mi sveglio verso l’1 e al buio faccio per prendere la bottiglietta d’acqua dal comodino e sento una cosa che mi si attacca al dito, infartuo, scrollo la mano con una violenza che per poco mi si stacca la mano. Inizio a guardarmi intorno senza sapere cosa cercare e poi la vedo lì, brutta, orrenda, beige e gigante, appoggiata sul letto. Voi dovete capire che io ho lo schifo di tutti gli insetti, anche delle più innocue formiche, ma il terrore più grande è per quelli duri che volano come i cimici e le cavallette, figuriamoci se sono GIGANTI. Ho i brividi solo a ripensarci. Che faccio allora? Vado giù a recuperare la scopa, per boh, ucciderla? Torno su con la scopa e non c’è più, dov’è finita? Boh. Giuro che ho pensato di uscire, prendere la macchina e tornare dai miei, in fondo erano le 2, sarebbe stato come se fossi uscita e tornata dopo una serata fuori. Non l’ho più trovata: con la luce accesa e la scopa accanto al letto ho cercato di dormire ma non ci sono più riuscita, ogni rumore che sentivo sembrava quella cosa che tornava a volare, mi pareva che ogni nodo delle travi in legno fosse un insetto che si muoveva. Verso mattina mi sono assopita e lì TAC, mi ha svegliato il rumore delle sue ali che sbattevano contro il soffitto. Insomma per farla breve mentre io vagavo per casa rasente ai muri con la tachicardia a mille, quella cosa è volta al piano di sotto e mentre io aprivo ogni finestra possibile e immaginabile si è infilata nel bagno, che ho maturamente lasciato chiuso per tre giorni.
  2. Il rumore molesto n. 1, in cui temevo che qualcuno stesse picconando il tetto per capitarmi sul letto, mentre la mattina ho scoperto che si era staccata la ventosa della mensolina della doccia ed erano crollate a terra 14 bottiglie tra shampoo, balsamo e maschera.
  3. Il rumore molesto n. 2, durante il quale credevo ci fosse tipo una scossa di terremoto, salvo poi scoprire che c’era una tempesta in corso e io avevo lasciato il balcone della porta finestra sganciato, e questo continuava a sbattere contro la casa provocando un rimbombo incredibile.
C’è poi quella fissazione – che ho scoperto essere comune a molti – che se stai dentro il perimetro del materasso i mostri che sono sotto al letto non ti possono prendere, così come se sei coperto con il lenzuolo fino al naso le coltellate degli assalitori non ti faranno male. Quante estati a morire dal caldo sotto le lenzuola perché si diceva ci fossero i ladri in giro. Per la cronaca la testa non vale perché immune.

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