Starbucks arriva e ha già stufato

Non lo vogliamo!
Loro non sanno cos’è un vero cappuccino!
Gli dobbiamo insegnare come si prepara il caffè!
Non sappiamo proteggere il made in Italy!
Chi li vuole quei beveroni!


Immagino questa gente non abbia mai preso uno smoothie nel tipico bicchiere di plastica con la cupola e la cannuccia larga, non avrà mai mangiato e instagrammato un bagel o un hamburger, fatto merenda da California Bakery o Arnold coffee o in una delle varie caffetterie americane che ormai sono dappertutto, non solo a Milano. E chissà come mai, ci indigniamo tanto ma sono sempre piene.

Certo il pericolo è reale, quello Starbucks che aprirà in centro a Milano e forse Roma metterà in serio pericolo il bar sotto casa in cui tutti beviamo il cappuccino la mattina. E come soffriranno i nonni abituati a bersi il doppio espresso corretto grappa la mattina alle 7.00, quando leggendo il menù si ritroveranno davanti cose come Double chocolaty chip crème frapuccino®. Mi immagino le stragi a colpi di deambulatore.

Ma per esempio, lo sappiamo che in Italia esistono gli aeroporti e le stazioni? Aeroporti tipicamente caratterizzati da un'offerta internazionale. Stazioni dove qualcuno rinuncia al caffè perché non lo può portar via. Città piene di turisti stranieri che vogliono sentirsi a casa come gli italiani che vanno in Uzbekistan ordinano la pizza perché hanno paura di finire a mangiare carne di nutria.

Ma pure io sono blasfema e non rispetto le nostri tradizioni: anche la paura dei vari McDonald’s e Burger king si è rivelata totalmente fondata e ha sostituito la cucina italiana eh.

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