Groupon ti conosce

C'è questa idea che mi perseguita: che il buchino della web cam mi riprenda regolarmente mentre sono davanti al computer, anche se la lucina verde fastidio è spenta, anche in questo momento mentre ho la felpa col cappuccio grigia sopra alla maglia del pigiama con gli orsetti.
Seeee scherzavo, io a casa son sempre vestita a modo, sempre ordinata, con i capelli freschi di piastra (freschi di piastra, non fa ridere? no eh) e non posseggo nemmeno un paio di quelle ciabattone giganti morbide a forma di orsetto.

Ovviamente esistono delle agenzie che raccolgono questi filmati e vendono i database alle aziende, come con gli elenchi di contatti che poi vi mandano le newsletter (aaah come mi manca fare le newsletter, nessuno ha bisogno di un realizza-newsletter? sono seria, potrei farlo come lavoro autonomo). Non è mica una cosa stupida, dopo aver scoperto la professione del sound designer mi aspetto di tutto. Per la cronaca, è quello là che decide la sequenza delle canzoni che devono spaccarvi i timpani quando entrate in un negozio, perché attorno a quella roba c'è tutta una strategia, mica mettono le canzoni a caso, c'è tutta una selezione in cui le canzoni vengono giudicate in base al "livello di fastidio", da 1 a 10 il livello minimo richiesto è 6.

Un'azienda che sicuramente compra questi filmati è Groupon. Sicuro che l'olio. No, era liscio come l'olio. Sicuro come la morte, ecco, altrimenti QUESTO non si spiega:

Perché l'accostare la dieta alle lezioni di non si sa quale attività e ai dolci più obbesi è esattamente quello che sono io. Groupon come fai a conoscersi così bene?
Come fai a sapere che è arrivato il periodo dell'anno in cui inizio ad assumere quel sano colorito che mi ha dato negli anni il soprannome di Lampadina e Casper?

Ma soprattutto, Groupon, come fai a sapere cos'è ciò che più desidero nella mia vita, quando non ho avuto il coraggio di comunicarlo a nessuno e ancora faccio fatica ad ammetterlo a me stessa?

Io andrò in palestra (forse)

Passo primo dell'andare in palestra: pensare.
Dove comprare un paio di pantaloni che non evidenzi il mio culo mentre sono in movimento? Ho un borsone dove mettere le mie cose? Devo rimettere lo smalto sui piedi? Che scarpe mi servono? Devo andare in negozio e chiedere un paio di scarpe "da palestra"? Suppongo le Converse non vadano bene.

Passo secondo dell'andare in palestra: informarsi.
Siccome io sono una figa, non voglio fare un corso. Andare su e giù per uno scalino a ritmo di musica come una deficiente. No no, qua siamo profescional e vogliamo fare gli attrezzi per conto nostro.
Già mi ci vedo, fagocitata da un macchinario con braccia e gambe e pesi e bottoni senza capire niente. A cercare di capire come funziona fissando gli altri e passare per una stalker, ripiegando quindi sui banali cyclette e tapis roulant. E magari cadere dal tapis roulant in un impeto di buonissima coordinazione.

Ecco dicevo: guardiamo i corsi.
E ultra figata, si può prenotare on-line, benissimo. Vediamo cosa c'è.
Ginnastica dolce, Kick boxing, Spinning con tanto di 7 righe esplicative dell'attività dei corsi.
Vabbè, i soliti, 'vanti. Oh guarda, qualcosa di originale.

Contrology
Gas&Gas
Macumba
Power Pump
Respiro Movimento

Così, senza neanche di spiegazione.

Penso mi darò alla Macumba, che mi immagino essere una danza tribale da ballare attorno a un falò al centro della palestra, con un gonnellino di paglia e le piume in testa.
Magari anche qualche lezione di Gas&Gas, probabilmente stesa sul tappetino a fare esercizi di respirazione con l'etere per superare i dolori alle articolazioni provocati dall'intensità della danza.

Passo terzo dell'andare in palestra: decidersi.
Non ci sono ancora arrivata.

I libri sono belli, mica solo intelliGGenti.

Questo libro l'ho comprato perché è bello.
Non è una versione economica, però non ha la copertina rigida e la sovracopertina come la maggior parte dei libri di nuova uscita: è piccolino, stretto e grosso, e a me così piacciono. In più, è bianco, nero e celeste/petrolio (il petrolio io però me lo ricordavo nero, a intrappolare quei poveri uccellini e i pesci quando si bucano le navi, non mi posso immaginare una foca intrappolata in una roba appiccicosa di questo colore stupendo che è il "celeste scuro tendente al verde").
In più, la copertina è una cosa bellissima: nessuno spazio vuoto, tutte quelle scritte, e anche dietro è tutta scritta, non solo una frase al centro, il riassuntino o le due citazioni dal Times e il Post e quello sfigato di Repubblica, proprio due colonne di Times new roman.
Lo apri ed è così piccolo, adorabile, alto come la mia mano.

Perché noi qui si odiano i libri grandi e con le pagine grosse, con la copertina che ogni volta che la tocchi si sposta e che pesano un quintale, sono così antipatici. 

La forma del libro non è una cosa su cui scherzare: ho preso in mano "Senza veli", che manca alla mia collezione di Palahniuk, con tantissima voglia di leggerlo ma non l'ho comprato perché era cosi alto, così grande, con le pagine grosse, così diverso dagli altri che mi sarebbe toccato metterlo dalla parte opposta della libreria, ordinata in ordine decrescente. 

Si sarebbe sentito solo, io avrei avuto una sorta di attacco di panico ogni volta a guardarlo, e proprio non potevo rovinare questa cosa stupenda che sono i libri dell'amico Chuck.

Ogni tanto me li  riprendo in mano e li guardo per quanto sono belli, e ho pensato di strapparci le copertine per attaccarle tutte vicine e farci un quadro, se non che mi danno fastidio anche le orecchie sulle pagine quindi figurati se avrei potuto anche solo toccarli.

Malcom mi aspetta, lo devo ancora iniziare. Intanto, buon compleanno sulla fiducia.
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