3 in 1: chapter #2

3 in 1: chapter #1

Questi bambini erano un po' monelli e si ficcavano in un sacco di guai, come per esempio quella volta che rimasero incastrati in un albero. Gli elfi gliel'avevano detto che non dovevano andare in giro per le foreste, che gli alberi erano pericolosi e portavano in posti che loro non dovevano vedere, però porini anche loro, gli elfi sono stronzi e loro non lo sapevano. Cioè questi sono dei despoti razzisti e schiavisti, che appena uno nasce con i capelli scuri e ricci gli fanno il lavaggio del cervello per convincerlo che è un essere inferiore e deve obbedire e gli tolgono perfino i vestiti. Voglio dire, una volta Dobby era un figone alto con dei capelli fantastici ma è stato schiavizzato da quella stronza pallida di Galadriel che l'ha ridotto ad un essere piccolo e grigio e con una voce fastidiosa. Per fortuna poi Dobby ha fatto amicizia con Gollum e quindi almeno non era da solo, anche se poi i due hanno litigato perché Gollum faceva un po' la primadonna e parlava di sè stesso in prima persona plurale perché se la credeva e quindi Dobby l'ha abbandonato nella montagna ed è andato da Harry. Oh, e per fortuna Galadriel non si era accorta che Legolas si era tinto e usava la Bellissima Imetec per stirarsi i capelli, altrimenti anche lui faceva la fine di Dobby e Gollum (anche se dai, si vedeva dalle sopracciglia che è moro). E per la serie "ce l'ho solo io", nemmeno gli elfi biondi erano salvi, tipo Daenerys e Viserys erano biondissimi e magrissimi ed eterei, ma erano un po' rompiballe e avevano delle pretese al trono e quindi lei dalle foreste verdi e dorate li ha spediti nel deserto al di là del mare stretto.

(to be continued...)

3 in 1: chapter #1

Questa è la storia di due amici.
Harry era il più sfigato di tutti: i suoi genitori erano morti e lui era capitato a vivere a casa con i suoi zii che lo odiavano, gli rifilavano i vestiti di quell'obeso del cugino e lo richiudevano in uno sgabuzzino a dormire. Anche Frodo era sfigato, ma un po' meno di Harry perché quando suo padre era morto era andato a vivere con lo zio Bilbo, che era strambo e aveva degli affari loschi che incuriosivano tutti, ma almeno aveva i soldi. Il padre di Frodo era Drogo, Khal Drogo, che porino, era morto quando Frodo era piccolo. I due non si assomigliavano tanto, quindi è probabile che Frodo avesse preso dalla madre di cui non si hanno notizie. Khal Drogo però era sposato con la Khaleesi, discendente di Martina Stella (cit.), che odiava Frodo perché voleva un figlio suo e non poteva averne. Lei era un po' come quelle zitelle che sono tristi perché non hanno il fidanzato e si ricoprono di gatti, solo che era un'attention whore [infatti girava sempre nuda] e quindi aveva scelto i draghi come animali di compagnia. Con Frodo non aveva buoni rapporti e non voleva aiutarlo: i suoi draghi avrebbero potuto distruggere quella rottura di balle di Anello del potere, ma lei era stronza e li voleva tutti per sé, quindi Frodo alla fine ha dovuto arrangiarsi.

[to be continued...]

E non ricordarsi mai se è circolo "vizioso" o "virtuoso"

Faccio le cose sempre nello stesso ordine, in modo da essere sicura di non dimenticare tutto.
In questo modo, ogni cosa da fare diventa un'abitudine e in quanto tale la faccio in modo automatico, senza pensarci.
Vivo nella costante ansia di aver dimenticato qualcosa.

Dell'andare a vivere da soli senza morire di fame e di ansia

Quando ero all'università ripetevo come un mantra "dopo la laurea tempo un paio di mesi trovo lavoro e me ne vado di casa". Povera illusa.
Si sono messi di mezzo i lavori del week-end, gli stage a 300 euro, le cicatrici, imprenditori che promettono e non mantengono e sono ancora qua, dopo tre anni. Minchia sì, sono passati tre anni e io ancora qui con la sindrome di Peter Pan.
Quest'estate, il giorno dopo aver firmato il contratto ero già sul sito di Maison du Monde a riempire la wish-list di divani con l'isola, librerie giganti, accessori per la cucina e poltrone marroni tipo quelle vecchie che si vedono su Mad men.
Passo da Maison du Monde a Ikea ad Amazon trovando le cavolate più bellissime e più inutili del mondo, tipo sticker da muro a forma di lampione a cui aggiungere chiodi per fare un appendiabiti. Sfoglio Pinterest sognando monolocali giganti con cucina e salone insieme e solo un separé a dividere dalla camera. Sogno l'appartamento in cui vivevo 15 anni fa, con i suoi soffitti altri 15 metri e la mia camera talmente grande che ora ci farei stare tutta la casa. Cerco appartamenti su immobiliare.it insultando quelli che inseriscono un prezzo d'affitto basso e spese di condominio pari a un terzo dell'affitto, seleziono le case con criteri come la vicinanza al lavoro, la spesa e altri validissimi come la vicinanza al mare e lo spazio per un soppalco. Faccio conti su conti per capire quanti soldi servono veramente per vivere da soli, chiedo a chi già lo fa e nessuno mi risponde, MALEDETTI.
Ho le mie cifre in testa, e sono più o meno arrivata alla conclusione che il mio stipendio mi basterebbe per vivere una vita decente [con pochi svaghi, pochi vestiti e pochi Woolrich e sempre in dieta] ma che probabilmente andrei in difficoltà in caso di spese extra tipo l'assicurazione della macchina. La soluzione è avere una certa base in banca per sicurezza, quindi se ne parla seriamente verso l'estate.

C'è poi il piccolo dettaglio della fottutissima paura di ritrovarsi da soli, di non farcela, di dormire la notte da soli, io che a volte mi sveglio dopo un brutto sogno e prendo l'orso Orso dal comodino.
A quella non avevo pensato, quand'ero all'università.
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